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Nonno Ulivo ha più di mille anni

 

Rimango senza parole di fronte a Nonno Ulivo di Canneto Sabino, un albero che affonda le sue radici in profondità, ma anche in ampiezza.  Non oso avvicinarmi, ma il contatto con la pianta vetusta è facile e immediato.  L'Ulivo mi parla e mi dice chiaramente che le sue radici si irraggiano per molti metri e sono esattamente sotto ai miei piedi, che timidamente non osano avvicinarsi.

E' calda e avvolgente la sua simpatia. Anziano, ha bisogno di supporti - che il contadino o il Comune hanno provveduto a fornirgli, puntellando il grande ramo-braccio più debole.  Ma è lieve e sorridente come un vecchio sciamano che ha vissuto molto più di mille anni su questa collina, in questa valle che fu la prima ad essere abitata fin dall'ultima glaciazione.

 

Un sito che tesse le lodi del famoso olio della Sabina, ne parla così:

L'Olivo di Canneto Sabino è la testimonianza vivente della vocazione millenaria della Sabina alla produzione di olio d'oliva.

La leggenda narra che sia stato piantato addirittura dal Sabino Numa Pompilio, Re Di Roma dal 715 a.C. fino al 673 a.C., ma per questo maestoso esemplare di Olivastrone la stima più ragionevole sembra datare la pianta ad un millennio circa d'età, collocandone la piantagione alla grande campagna di bonifica delle zone di Canneto, da parte dei monaci benedettini di Farfa, i quali proprio intorno al Mille, avrebbe collocato nell'area un presidio, di cui oggi resta traccia nella casa Tanteri e nella attigua cappella della Madonna della Neve.

Fonte:  http://www.sabinadop.it/olivo-millenario-canneto-sabino.asp