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Psicopoetry (poesia-terapia)

Portare il benessere nella mente e nel corpo con le vibrazioni della parola poetica e del tamburo

 

La pratica poetica ha un ruolo di rilievo nel panorama delle tecniche e delle terapie che rigenerano la psiche e il corpo.

Come un tempo davanti al fuoco nel camino, quando le donne raccontavano storie e bimbi e vecchi si scaldavano il cuore.  La poesia che è una sequenza di parole cantate, parole che hanno ritmo, è la forma di narrazione più antica. Una forma di piacere del cuore connessa al sogno, tant'è vero che la filastrocca fa dormire il bambino, ma anche consola e dispiega tutta la saggezza dei proverbi popolari. Tutta la saggezza del popolo che "SA".

 La poesia sostiene la mente in modo naturale, perchè le offre uno spazio ampio e accogliente, un luogo in cui rigenerarsi.

naturale, uno stimolo ad utilizzare quella tipologia di pensiero narrativo che aiuta ad organizzare e riorganizzare le memorie, che permette di esprimere le emozioni conferendogli al contempo un senso e trasformandole da astratte, ignote e talvolta terrorizzanti sensazioni, innominabili e controllabili immagini mentali. 

" La poesia - scrive la dr.ssa Monica Monaco - composta in sonetti, in rima o, più liberamente, in versi sciolti, presente nel testo di una canzone, recitato su una musica, talvolta costituita solo dai ritmi delle emozioni interiori, è la più spontanea e profonda possibilità di narrazione dell’anima. 
Utilizzata sin dall’antichità come forma preferita per esprimere emozioni forti personali e sociali, per comunicare messaggi indelebili nel tempo, la poesia è diventata oggetto di studi e dello sviluppo di metodi specifici che l’hanno trasformata in uno strumento di aiuto alla mente e in una vera e propria tecnica di aiuto in situazioni quotidiane o in presenza di disagi e sofferenze psico-fisiche."

Le modalità di uso della poesia in funzione terapeutica sono molteplici. Nel suo libro (Monaco M., 2006, Dei giorni di sole e delle notti di pioggia:dalla poesia alla poesia-terapia, in press, Palermo) e nel suo sito (www.benessere.com), Monica Monico

elenca una lunga lista di tecniche psico-poetiche che rappresentano altrettanti percorsi di guarigione e di riconquista della salute mentale:

  • La “scrittura poetica primitiva” e la “poesia-follia”, sono due tecniche utili in fase iniziale e finale, che partono da stimoli-chiave emotivi, costituiti nel primo caso da più parole o temi di apertura e nel secondo caso da una unica parola-stimolo, per ricostruire in chiave poetica la situazione di partenza, attraverso la narrazione iniziale di Sé e delle proprie emozioni del momento.
  • Il “sogno poetico” è una modalità di scrittura di poesie che nasce dopo aver eseguito uno stato di rilassamento guidato (allo scopo di attivare fisiologicamente le parti più creative, allontanandosi dai filtri razionali della quotidianità) e di focusing su parole o immagini mentali. È una metodologia che può essere utilizzata come tecnica di abreazione per liberare le emozioni legate a situazioni difficili, negative, traumatiche e non elaborate, oppure per imparare a conoscere meglio il proprio mondo interiore in situazioni in cui il proprio comportamento appare limitato da aspetti psicologici che sfuggono alla consapevolezza ed al controllo cosciente.
  • La “poesia simbolica” è una tecnica volitiva di composizione e rilettura molto utile per superare una delusione, una perdita, un cambiamento, per staccarsi lentamente da stati di dipendenza affettiva oppure per fissare le motivazioni che possono ricucire legami controversi importanti, attraverso creazioni che possano raccogliere e ricordare le emozioni provate nei confronti di una persona o di una situazione con cui si mantiene un legame irrazionale e doloroso.
  • La “poesia positiva” è una forma di poetizzazione che cattura prospettive positive alla vita, sviluppando le possibilità di “pensiero positivo” e alimentando nuove emozioni, aiutando a superare quelle tendenze a concentrarsi sui momenti emotivi negativi amplificandoli, come avviene nelle persone con tendenze depressive.
  • La “poesia immaginativa” è una tecnica di lettura di poesie, composte dal destinatario o da altri, che assumono una funzione simile a quella della “poesia positiva”, ossia di aiutare a sviluppare una rappresentazione di Sé in una situazione, associata ad emozioni positive. È molto utile per affrontare paure e situazioni ansiogene. Spesso si può partire da una “poesia immaginativa negativa” per giungere a sviluppare e rileggere, in condizioni più utili ad assorbire le emozioni, una “poesia immaginativa positiva”.
  • La “cronaca poetica” è una forma di allenamento molto utile alle persone “alessitimiche”, ossia a coloro che non sono particolarmente capaci di parlare delle emozioni che vivono e che quindi tendono a riferire la “fredda cronaca” degli eventi, conservando le emozioni sotto forma di conversione fisica degli stati affettivi inespressi (somatizzazioni) o come un “dolore senza nome”. Per chi ha difficoltà più grandi nell’espressione emotiva, si può cominciare con la composizione di forme brevi di “cronache emotive” a partire dalla rilevazione del “profilo emozionale” associato ad un evento, cioè avvalendosi di una griglia emotiva di aggettivi-stimolo che devono essere scelti e poi utilizzati nella creazione poetica. Un altro metodo consiste nella stimolazione della creazione attraverso la lettura-recitazione emotiva di poesie altrui che si riferiscono all’evento da rielaborare.
  • L’”eco poetico” è una tecnica con finalità simili alla precedente che serve a supportare la coscienza emotiva e che consiste nella creazione poetica durante la lettura di poesie o di altre narrazioni a tema. Ha la principale funzione di aiutare chi non è abituato a sentire e a descrivere le proprie emozioni.
  • La “poesia biografia” rappresenta una forma di biografia poetica del Sé molto utile alla costruzione e ricostruzione della propria identità, è una modalità di rappresentazione di uno o più aspetti di Sé, che vengono narrati in versi utilizzando diversi metodi: dalla creazione o lettura di poesie che si ritengono rappresentative di Sé (autopercezione), alla poetizzazione o lettura di poesie che si desidera che gli altri possano dedicare a sé (eteropercezione). E’ molto utile per migliorare le problematiche tra genitori e figli e tra coniugi, quando risultino connesse alla discrepanza tra “percezione desiderata” e “percezione ottenuta”.
  • La “poesia dialogica” è una forma poetica dialogata, una conversazione poetica con un interlocutore simbolico o tra due o più personaggi (persone reali o parti di sé), attraverso la quale si può aiutare ad esprimere qualcosa che non si riesce ad esprimere oppure a dare spazio a parti di sé (es. maschili vs femminili) che non riescono a trovare voce e quindi ad essere vissute.
  • La “poesia fantasmatica” è una forma di espressione poetica di fantasie o timori che possono essere descritti in prima persona o come paure dell’umanità. È una forma poetica molto utile per i bambini per affrontare le paure non ammesse o non rivelate, legate ad eventi sociali o familiari in corso." 

La poesia è uno strumento di guarigione. E lo è, soprattutto, in sinergia con altri strumenti terapeutici che vitalizzano l'emisfero destro del cervello, quello creativo e connesso con la visione onirica e sciamanica. La psicopoetry diventa, infatti più potente quando viene affiancata da metodi di rigenerazione già sperimentati e affinati in numerose tradizioni spirituali.

Scrive la Monaco:

"Una di questi è la musica , che può assurgere alla funzione di sostenere o viceversa di placare alcune emozioni, fino a divenire una vera e propria forma di musicoterapia che supporta il processo in corso.  Altrettanto utili sono le tecniche di rilassamento che servono come porta di accesso più veloce e più profonda alle parti emotive del comportamento.  

La creazione artistica completa le possibilità di espressione emotiva poetica, esaltando spesso le tensioni emotive con la forma o lo spazio, come avviene ad esempio nella tradizione poetica di Apollinaire in cui le parole possono essere giocate esprimendo in modo ambiguo più concetti o sottolineando ciò che è detto in verbo poetico, fino ad essere affiancate da disegni e dar luogo, come avviene in Covoni, ad una vera e propria “poesia visiva”. La psicologia del colore e la cromoterapia vengono accostate alla poesia, come la musica, per suscitare o sottolineare alcune emozioni, spesso insieme alla teatralizzazione espressiva che consente di interpretare e comunicare agli altri le emozioni che simbolizzano quelle parti di sé che si desidera consolidare e affermare nel contesto sociale. La danza e il canto delle emozioni poetizzate conferiscono la forma di “ballate” alle poesie, secondo la tradizione delle composizioni poetiche arabo-spagnole e vengono utilizzate in una forma moderna più libera dagli schemi tradizionali in cui si alternava un ritornello danzato e cantato in gruppo alla quartina che veniva cantata da un solista. L’uso di rituali simbolici rappresenta spesso un modo per segnare passaggi da vecchi modelli comportamentali a nuove possibilità di essere nel mondo, come accade quando si decide di bruciare o buttare via qualcosa che si è vuole lasciare nel passato. Infine, le attività di gruppo di psico-poesia e poesia-terapia vengono spesso svolte sullo sfondo di un contatto terapeutico con la natura la cui utilità è stata sottolineata dall’eco-psicologia quanto dalle filosofie orientali."

 

Non è un caso se tutte le tradizioni sacre hanno espresso i loro contenuti in sacri testi che, nella maggior parte dei casi, sono architetture poetiche su uno sfondo ritmico.  E, se fanno parte della sola tradizione orale, non scritta, sono organizzati in "canti", attraverso cui il sapere viene trasmesso di generazione in generazione.

In Europa, la tradizione degli antichi Bardi e dei Druidi, testimonia proprio questo processo di trasmissione, in parte orale e in parte scritta, che è avanzato lungo i secoli arrivando, in frammenti scarsi ma significativi, fino a noi.

Il cantastorie medievale, erede degli inni omerici e di saperi ancora più antichi, è solo un residuo di questo uso della poesia come memoria storico-religiosa di un popolo, come ricettacolo della sacra simbolica della tradizione, e come mezzo di divulgazione popolare che, nel mentre che nasconde i significati esoterici, allo stesso tempo li svela.

 

Il viaggio sciamanico compiuto con il suono ritmico del tamburo è lo strumento che noi proponiamo per potenziare la forza terapeutica della poesia, il potere rigenerante del simbolo, che la sinergia di queste due vibrazioni sacre  riesce ad attivare al nostro interno.

La poesia, come mantra di purificazione e il  tamburo come ponte tra i mondi, come arcobaleno che ci indica le vie del Cielo. Questo metodo sintetizza tutte le qualità elencate sopra: attiva uno stato modificato di coscienza, uno stato di sogno lucido che lascia emergere simboli significativi dal nostro mondo interiore, i quali si armonizzano grazie all'architettura della parola poetica, portando luce sui lati oscuri delle nostre emozioni rimosse, e aprendo la mente e il cuore a una vera e propria catarsi.

Provare per credere!