Cosa facevano i nostri antenati nei boschi?
Onoravano i loro dèi, cioè gli archetipi sacri che reggevano la loro esistenza, le immagini mitiche cui si ispiravano per governare la loro vita.
E qual era lo strumento principe del loro culto?
Fronde, fiori, sassi, frutta, bevande fermentate, latte... tutti i doni di Madre Terra, tutti i doni della Natura, che era la Grande Dea Madre, la fonte principale di sostentamento.
I sassi, soprattutto, venivano messi in cerchio, per delimitare lo spazio sacro, per mettere ordine grazie ai punti cardinali, per orientare le suppliche e i sacrifici (nel senso di sacrum facere), le offerte...
Questo mettere in cerchio i sassi, i nativi americani lo chiamano Sacro Cerchio, gli antropologi e gli archeologi che li hanno studiati lo chiamarono Medicine Wheel: il significato profondo di queste pratiche era ed è quello di onorare le sacre direzioni, quella croce della rosa dei venti che ci rende possibile, in ogni momento, dire: io sono qui!
Le Sacre Direzioni ci situano. Ci danno i riferimenti, ci orientano: ci permettono di essere.
Non ci sono ricette per costruire la ruota, ma modi diversi. Tantissimi.
Gli animali, prima di noi, hanno imparato a orientarsi nello spazio, a percepire mutamenti, pericoli, nuovi eventi. Ad annusare le direzioni e a riconoscere i segni di quel che stava
arrivando: nell'acqua, nella foresta, nelle steppe. Il sapere legato allo spazio ci proviene dalla nostra natura animale. L'uomo, in seguito, ha attribuito simboli, significati e pratiche rituali
a quelle che per l'animale sono conoscenze immediate. La scienza delle direzioni è uno strumento semplice e meraviglioso di auto-analisi ed esplorazione del cosmo, grazie al principio “come
in alto così in basso, come fuori così dentro”. Non è un sistema di credenze ma una via di conoscenza, che ci mostra il modo in cui noi “incorniciamo” il nostro mondo.
Forse, ancora più interessante è il fatto che il sacro cerchio è uno strumento di guarigione, nel senso che, se usato con consapevolezza, è in grado di guarire psiche e corpo. Avere fede è bello ma non basta, e l’unico ragionamento che tiene è quello della sperimentazione in prima persona.
Se funziona funziona e non c’è altro da aggiungere.